La checklist dello smart teacher

Da quando la scuola è stata costretta ad attivare la didattica a distanza per l’emergenza sanitaria da Covid 19, ciascun insegnante si è dovuto inventare nuove modalità di gestione del proprio ruolo. Le prime settimane sono state durissime, non tutte le scuole sono riuscite ad organizzarsi al meglio, alcuni istituti sono stati più “smart”, altri meno. Una cosa è certa: molto è stato lasciato in mano ai singoli docenti che non sempre hanno adottato una organizzazione efficace.

Dal mio punto di osservazione di Professional organizer in ambito educativo, penso che ogni insegnante debba avere la sua “check list”, non solo per le cose pratiche (preparazione delle lezioni, dei power point, delle schede, dei video e chi più ne ha più ne metta) che io ritengo importanti ma secondarie, ma soprattutto una check list degli obiettivi reali che vuol cercare di raggiungere. Tale lista è, a mio avviso, una guida per adottare gli atteggiamenti migliori riguardo a questa scomoda situazione, perché credo che quasi tutto si giochi sulla sensibilità del docente, sulla sua passione educativa.

Tento di definire questa check list:

  • Il primo obiettivo di un insegnante credo debba essere assolutamente la relazione coi propri alunni, bambini o ragazzi che siano. La scuola non ha chiuso, si è trasferita in ogni casa, attraverso i docenti essa deve soprattutto mantenere una relazione positiva, costruttiva ed empatica con ciascuno, nessuno escluso. I ragazzi devono sentire che i prof vogliono essere presenti nella loro vita in questo momento. Qualche piccolo strumento pratico durante le video lezioni è certamente utile: fare sempre l’appello e chiedere ai ragazzi di rispondere con la voce e facendosi vedere con la video camera, durante la lezione intervallare la spiegazione ponendo domande e chiamando a turno ciascuno per nome, promuovere lavori a piccoli gruppi per favorire la rete tra loro e con i prof, sentirli in video chiamata personalmente, uno ad uno.
  • Il secondo obiettivo della lista credo sia l’impegno a tenere in grande considerazione il contesto famigliare di ciascun alunno. Non è infatti indifferente ciò che accade dentro casa dei bambini e dei ragazzi e certamente influisce in larga parte sulla loro possibilità di partecipare attivamente alla didattica a distanza. Un buon insegnante deve interessarsi di questo aspetto con delicatezza, discrezione e rispetto, cercando il confronto con i rispettivi genitori.

° Il terzo punto penso sia l’intento di trasmettere il più possibile il valore educativo della scuola, dove essa si propone come risorsa e non come fardello, come possibilità di crescita del bambino o ragazzo e della sua famiglia, non come impegno da assolvere, ma come realtà a cui appoggiarsi nel progetto educativo.

  • Nel quarto obiettivo possiamo anche mettere un po’ di programma. Certamente è necessario procedere nello svolgimento della programmazione, ma non penso sia il caso di infierire, di esagerare per chissà quali traguardi. Se manca tutto il resto detto sopra, il programma non serve a molto. Il giusto equilibrio tra quello che ci sta e quello che dovrebbe starci.
  • Al quinto posto troviamo un invito agli insegnanti ad osservare a fondo questa situazione per ripensare al futuro. Sarebbe davvero un grande risultato se dopo questa esperienza i docenti avessero una tale forza propositiva da rinnovare la nostra vecchia scuola italiana.
  • Infine al sesto punto voglio metterci un po’ di ironia, perché questo periodo ha messo sotto stress diversi docenti e prendersi un po’ in giro può servire. Prima di scrivere questo articolo ho chiesto ad una mia collega, che so essere molto impegnata avendo diverse classi ed essendo pure coordinatrice della DAD nella sua scuola, cosa avrebbe messo nella sua “check list dello smart teacher” e impulsivamente mi ha risposto: 1- cambia mestiere. 2- se sei davvero “smart” cioè intelligente, scappa. 3 – l’estate è vicina, finalmente la scuola finirà, pensa alle vacanze. Trovo che la mia collega sia un filino stanca, cosa ne dite?

Dopo averci messo un po’ di ironia mi ha però aiutato nella stesura di questo testo, perché è davvero una bravissima insegnante!

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